Xylella fastidiosa (Xf), uno dei patogeni vegetali da quarantena più minacciosi in Europa, figura nell’elenco degli organismi nocivi prioritari dell’UE. Scoperto per la prima volta nella vite in California, è un batterio trasmesso da diverse specie di insetti che si nutrono di linfa xilematica e fungono da vettori. In tutto il mondo si conoscono molteplici varianti e ceppi di Xf e oltre 700 specie di piante ospiti che possono essere colonizzate. In alcune specie vegetali può rimanere latente; in altre, tuttavia, quali la vite, il mandorlo, l’oleandro, gli agrumi, il pesco, il caffè, l’avocado e l’olivo, è causa di importanti malattie, in grado di provocare la morte della pianta. .
Il batterio è stato individuato per la prima volta nei Paesi del Mediterraneo nel 2013, quando gli scienziati hanno segnalato la presenza di Xylella fastidiosa in ulivi dell’Italia meridionale, e più di preciso della Puglia. Da allora, la sorveglianza costante ha permesso di rinvenire focolai di Xf in Francia, Spagna e Portogallo.
Dal 2015, l’Unione europea finanzia ricerche volte a mitigare l’impatto della malattia e da allora sono state sviluppate conoscenze e messe in atto misure di emergenza per contenere la diffusione del batterio nell’UE.
Agromillora partecipa al progetto di ricerca BeXyl finanziato dall’UE, che mira a implementare strategie di prevenzione e contenimento personalizzate e integrate contro i focolai di Xylella fastidiosa esistenti e a prevenire nuove introduzioni in Europa.
Il piano di lavoro proposto nel quadro del progetto beneficerà della partecipazione attiva degli agricoltori e della società per sensibilizzare e facilitare il trasferimento nella pratica delle strategie di prevenzione e controllo più promettenti risultanti dalla ricerca.
Il progetto, coordinato dal Consiglio superiore della ricerca scientifica CSIC-Córdoba, è stato avviato nel 2022 e si concluderà nel 2026. Oltre agli obiettivi tecnici, prevede un’analisi dell’impatto socio-economico e ambientale dell’agente patogeno negli scenari di cambiamento climatico. Vi partecipano oltre trenta istituti di ricerca, agenzie governative, vivai e associazioni di agricoltori, ONG e gruppi operativi del Partenariato europeo per l’innovazione. BeXyl sostiene sia la ricerca di base che gli studi sull’innovazione tecnologica.
Ecco alcune delle iniziative tecniche più rilevanti:
- Si lavora per comprendere i fattori scatenanti delle epidemie di Xf nell’UE, tenendo conto dell’influenza del cambiamento climatico.
- Si sviluppano metodi e nuove strategie per la sorveglianza e l’individuazione precoce del batterio e dei suoi vettori così come per il monitoraggio della malattia, con strumenti che vanno dalla tecnologia di telerilevamento all’olfatto dei cani.
- Si indaga la resistenza a lungo termine a Xf dell’ospite e si decifrano le basi dei meccanismi di resistenza. A tale scopo, è in corso di realizzazione una rete globale di “campi sentinella” con presenza di Xf, posizionati a latitudini diverse e soggetti a condizioni climatiche ed edafiche molto varie, in cui si raccolgo dati sulla risposta al patogeno in più specie.
- Si sviluppano soluzioni razionali da un punto di vista sia economico che ecologico per il controllo efficace dei vettori di Xf e l’interruzione della trasmissione.
- Si sviluppano soluzioni razionali sul piano sia economico che ecologico per il controllo efficace di Xf e la promozione della salute delle piante. Questa linea di ricerca comprende la termoterapia per garantire lo scambio sicuro di materiale vegetale. Si sta anche studiando la possibilità di utilizzare batteri benefici, batteriofagi, composti innovativi e formulazioni che riducano la diffusione di Xf all’interno delle piante.
In qualità di fornitore ed esportatore di alberi da frutto di diverse specie, Agromillora Iberia partecipa alla creazione di campi sentinella. È parte, inoltre, del gruppo di lavoro che indaga l’utilizzo della termoterapia per la sanificazione delle piante e la produzione e commercializzazione di piante da vivaio senza Xf. In parallelo, collabora alla valutazione degli impatti ecologici, sociali ed economici di Xf e al piano di diffusione, comunicazione e trasferimento delle tecnologie risultanti dal progetto.
Di seguito, illustriamo brevemente il lavoro svolto dalla divisione Ricerca, sviluppo e innovazione di Agromillora Iberia in materia di termoterapia. Le prove mirano a valutare le soluzioni tecniche, le condizioni di applicazione e la logistica per l‘implementazione della termoterapia a livello di vivaio/quarantena sulle piante ospiti. Ad oggi, sono disponibili molte informazioni sulla risposta di alcune specie vegetali, principalmente la vite, alla termoterapia mediante trattamento termico ed esistono protocolli ben definiti per garantire la salute del materiale vegetale contro vari patogeni. Per altre specie di interesse vivaistico, invece, tali informazioni sono del tutto assenti.
In primo luogo, sono state definite le condizioni sperimentali (tipo di materiale, intervallo di temperatura di lavoro, tempi di esposizione, condizioni di crescita, ecc.) su specie rilevanti per il vivaio – il mandorlo e l’ulivo – con diversi sistemi di propagazione.
I ricercatori dispongono di un’apparecchiatura per la termoterapia messo a disposizione dall’azienda RG-Projects (La Pobla del Duc, Valencia, Spagna), leader del settore nella fabbricazione di macchine di questo tipo, in cui il processo di termoterapia avviene per immersione del materiale vegetale in acqua calda.



Nel mandorlo si trattano le gemme a legno in riposo invernale conservate in una camera fredda e si effettua un pretrattamento di idratazione immergendo la base dei rami in acqua a temperatura ambiente durante la notte. Le gemme vengono poi innestate su portainnesti micropropagati, materiale garantito come privo di Xf. Dopo il trapianto, vengono effettuate misurazioni della vitalità dell’innesto e dello sviluppo fenotipico. Sono stati svolti test su quattro varietà – Avijor, Pentacebas, Isabelona e Vialfas – e con cinque trattamenti (compreso il controllo) a temperature (T) comprese tra i 40 e i 50 ºC con diversi tempi (t) di esposizione.


Nell’ulivo, si trattano i rami semilegnosi prima della moltiplicazione per talea e si effettuano misurazioni della capacità di radicazione e dello sviluppo fenotipico dopo il trapianto. Sono stati svolti test su sei varietà – Koroneiki, Arbequina, Arbosana, Lecciana, Coriana e Florentia – e con cinque trattamenti (compreso il controllo) a temperature comprese tra i 35 e i 50 ºC con diversi tempi di esposizione.

La prima fase è consistita nel valutare l’effetto dei trattamenti sulla vitalità dei diversi materiali vegetali di propagazione su piante sane, cioè non infette da Xf. Il primo requisito per l’applicazione in vivaio è che le combinazioni di temperature e tempi di esposizione devono consentire la sopravvivenza del materiale vegetale, mantenendo la capacità di propagazione e le caratteristiche fenotipiche.
Sulla base di queste prime prove è stato definito un intervallo di lavoro T/t con una vitalità economicamente accettabile (>> 70%). Nelle condizioni specifiche, è stato individuato tra i 45 e i 50 ºC e tra i 20 e i 50 min per il mandorlo, a seconda della varietà, e tra i 40 e i 45 ºC e tra i 20 e i 50 min per l’ulivo.
In esperimenti complementari, si è lavorato sull’adeguamento dei protocolli alla temperatura massima e sul prolungamento dei tempi di esposizione mantenendo la vitalità, nonché sull’implementazione su larga scala di trattamenti di termoterapia sostenibili a livello di vivaio in grado di offrire la necessaria sicurezza.
In una seconda fase, altri gruppi di lavoro stanno testando l’efficacia dei trattamenti definiti nella fase precedente su materiale vegetale infetto da Xf in impianti di contenimento biologico autorizzati a lavorare con questo agente patogeno. Tali esperimenti permetteranno di identificare le soglie di sensibilità del batterio in diverse specie ospiti e nelle condizioni date, e di determinare se sia possibile eliminare efficacemente l’agente patogeno (batterio endofita) con questi trattamenti.
Il lavoro svolto ha permesso di individuare le combinazioni T/t più adatte a garantire tassi di vitalità accettabili in vivaio. La sensibilità ai trattamenti è stata condizionata dalla specie, dal tipo di materiale vegetale, dalle dimensioni del materiale vegetale trattato e, in alcuni casi, dalla varietà.
I risultati permettono di considerare l’applicazione della tecnica su larga scala e di integrarla senza difficoltà nel processo produttivo in vivaio come strumento di lotta contro questo patogeno. Questi esperimenti saranno integrati da un monitoraggio a lungo termine e sul campo delle piante trattate, per garantire che non vi sia alcun impatto sulla produzione di frutta.
Divisione Ricerca, sviluppo e innovazione & Qualità di Agromillora Iberia, SLU
Direzione: Mireia Bordas
Team di ricercatori: Marisa Cunill, Carlos Rieder, Natalia Puig